A destra: Wilhelm Busch tra il 1860 e il 1870, ancora senza barba. Nel 1845 l'intera famiglia si trasferisce a Lüthorst. A sedici anni si intressa a Kant e alla filosofia e si iscrive alla Polytechnische Schule (scuola politecnica) di Hannover, partecipando nello stesso anno 1848 ai moti rivoluzionari (repressi in dicembre). Su consiglio di un pittore studia arte a Dusseldorf (1851), poi alla Reale Accademia di Belle Arti di Anversa (1852) e infine a Monaco (1854), dove entra nella Kunstlverein (Associazione degli artisti). Qui affina il gusto per la caricatura: "Mi sembrava che la xilografia [incisione su matrice di legno] si prestasse in modo particolare alla caricatura. I tratti essenziali incisi nel legno, e non sempre precisi, davano l'impressione di una voluta ingenuità nell'esecuzione del disegno, secondo la corrente dei pittori naif, piuttosto che di una caricatura del pesonaggio ritratto" Nel 1865 pubblica una storia articolata in più episodi, con protagonisti i due monelli Max und Moritz. L'opera ha un grandissimo successo, anche oltre i confini tedeschi, e gli vale un posto privilegiato nell'Olimpo del fumetto, tra i grandi precursori, se non addirittura come il maggiore autore di protofumetti del mondo. Continuerà la sua produzione di storie disegnate fino ai primi anni del nuovo secolo. Partecipe dei fermenti politici, sociali e culturali del suo tempo, ha problemi con l'autorità e con gli ambienti religiosi. Muore ad Hannover (Germania) il 9 gennaio 1908. Ad Hannover c'è oggi il Museo Wilhelm Busch, Deutsches Museum für Karikatur und kritische Grafik. vedi BIBLIOGRAFIA
Bibliografia italiana
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