Filiberto ScarpelliNasce a Napoli (Italia) il 29 giugno 1870. Fratello più giovane di Tancredi Scarpelli, sarà giornalista, disegnatore satirico, illustratore serio e faceto, scrittore umoristico, artista d'avanguardia. Con Carlo Montani, Marchetti, Tolomei e Yambo nel febbraio del 1900 dà vita a Il Travaso delle idee, giornale satirico ispirato al foglio omonimo di un filosofo da strada, Tito Livio Cianchettini, e al suo motto "Accidenti ai capezzatori", che viene citato nella testata della nuova rivista satirica. Scarpelli lo dirigerà dal 1925 al 1928.Lavora tra l'altro per Numero, Pasquino, Il Popolo d'Italia, Il Motto per Ridere, La domenica dei fanciulli, il Giornalino della domenica (dove trasferisce metaforicamente nell'infanzia che rappresenta sulla testata di Vamba l'irruenza, l'istintività e il gusto per la trasgressione che sono le sue caratteristiche vitali) e il Corriere dei Piccoli. Sulle pagine di quest'ultima testata, a parte le numerose illustrazioni e alcuni testi, creerà tra l'altro nel 1917 la serie di Pertichino e sor Costanzo. Passerà alla storia dell'arte la sua partecipazione al Movimento futurista (notevole una stilizzatissima caricatura "futurista" dell'amico Aldo Palazzeschi) e, in particolare, a una celebre "Serata futurista" al Teatro Verdi di Firenze, consistita in due ore di urla, fischi, tiro di uova, pesce, pastasciutta, frutta, ortaggi e lampadine all'indirizzo di Marinetti, Papini, Boccioni, Carrà, Soffici, Cangiullo, Tavolato, Palazzeschi, della poetessa Amalia Guglielminetti e, appunto, di Scarpelli. Marinetti viene ferito a un occhio da una patata, Scarpelli al naso da una lampadina, mentre Cangiullo risponde agli attacchi rilanciando i proiettili vegetali sul pubblico, finché intervennero le forze dell'ordine e lo spettacolo finisce, senza che nessuno sia riuscito a far udire una parola del discorso preparato. Scarpelli scrive tanto, illustra tanto, ironizza tantissimo. Tra i suoi libri: "Guerra senza sangue: tedescume domestico, merce tedesca a buon mercato, sfruttamento tedesco di opere altrui" (Bemporad, Firenze 1916, con disegni), "Il Paese dell'allegria" (Sonzogno, Milano 1925, con disegni e tavole), "Tito Livio Cianchettini e le sue memorie metafisiche e materiali" (APE, Roma 1926), "Giornalismo allegro" (Sonzogno, Milano 1932). Fra le altre cose, ancora, lavora come illustratore serio o umoristico per gli editori Bemporad, Giunti, Grotta-Giusti, Ostiglia Mondatori, Marzocco. Per quest'ultimo illustra le famose "Pìstole di Omero", di Ermenegildo Pistelli, collega sulle pagine del Giornalino della domenica. Muore in circostanze tragiche, ucciso da due colpi di rivoltella durante un diverbio, a Roma (Italia) il 20 agosto 1933. Cinque anni più tardi appare "Un uomo in un fosso" ("vaniloquio senza capo né coda", ed. Arte e storia, Milano 1938), pubblicazione postuma di suoi scritti molto intensi e intimi, con alcuni disegni inediti; la copertina e un suo ritratto sono del figlio, Furio Scarpelli.
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