Filiberto Scarpelli![]() ![]() Passerà alla storia dell'arte la sua partecipazione al Movimento futurista (notevole una stilizzatissima caricatura "futurista" dell'amico Aldo Palazzeschi) e, in particolare, a una celebre "Serata futurista" al Teatro Verdi di Firenze, consistita in due ore di urla, fischi, tiro di uova, pesce, pastasciutta, frutta, ortaggi e lampadine all'indirizzo di Marinetti, Papini, Boccioni, Carrà, Soffici, Cangiullo, Tavolato, Palazzeschi, della poetessa Amalia Guglielminetti e, appunto, di Scarpelli. Marinetti viene ferito a un occhio da una patata, Scarpelli al naso da una lampadina, mentre Cangiullo risponde agli attacchi rilanciando i proiettili vegetali sul pubblico, finché intervennero le forze dell'ordine e lo spettacolo finisce, senza che nessuno sia riuscito a far udire una parola del discorso preparato. ![]() Fra le altre cose, ancora, lavora come illustratore serio o umoristico per gli editori Bemporad, Giunti, Grotta-Giusti, Ostiglia Mondatori, Marzocco. Per quest'ultimo illustra le famose "Pìstole di Omero", di Ermenegildo Pistelli, collega sulle pagine del Giornalino della domenica. Muore in circostanze tragiche, ucciso da due colpi di rivoltella durante un diverbio, a Roma (Italia) il 20 agosto 1933. Cinque anni più tardi appare "Un uomo in un fosso" ("vaniloquio senza capo né coda", ed. Arte e storia, Milano 1938), pubblicazione postuma di suoi scritti molto intensi e intimi, con alcuni disegni inediti; la copertina e un suo ritratto sono del figlio, Furio Scarpelli.
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