Luigi CapuanaNasce a Mineo (Catania, allora Regno delle Due Sicilie, poi Italia) il 28 maggio 1839. Di famiglia agiata, frequenta la facoltà di Giurisprudenza a Catania, interrompendo però gli studi per partecipare nel 1860 alla spedizione dei Mille di Garibaldi.Nel 1864 si stabilisce a Firenze, dove inizia l'attività giornalistica entrando nei circoli letterari e diventando cronista teatrale per il quotidiano La Nazione (dove pubblica nel 1867 il suo primo racconto, "Il dottor Cymbalus"). Di salute cagionevole fin da giovane, nel 1867 deve rientrare a Catania, dove rimane sette anni anche per occuparsi della gestione dei beni di famiglia dopo la morte del padre e una forte crisi dei raccolti. Nel 1871 viene nominato ispettore scolastico e si interessa attivamente all'istruzione obbligatoria, diventando anche sindaco della sua città natale. Sviluppa intanto la sua capacità critica, con grande attenzione alle nuove correnti espressive, il che lo porterà a essere indicato come il più importante teorico del verismo, esercitando certamente una forte influenza sul conterraneo Giovanni Verga. Nel 1877, chiamato da Angelo Camillo De Meis, si trasferisce per qualche anno a Milano, cominciando a pubblicare per l'editoriale del Corriere della sera e ad acquistare rapidamente notorietà. Nello stesso anno pubblica la raccolta di novelle "Profili di donne" e nel 1880 il primo romanzo, "Giacinta" (modificata per l'edizione del 1885 e trascritta anche per il teatro, rappresentata a Napoli nel 1888). Stimolato dall'ambiente culturale vivacissimo, in rapporto stretto con movimenti e avanguardie come la Scapigliatura, in amicizia con il Verga, attento a Zola e Bourget, intensifica e perfeziona la sua produzione di novelle e romanzi, testi teatrali, saggi e articoli sulla letteratura e il teatro. Nel 1882 è chiamato a sostituire Ferdinando Martini alla direzione del giornale romano Il Fanfulla della domenica [verificare la successione rispetto a Baldassarre Avanzini], e resterà a Roma due anni, incontrando l'editore Sommaruga, scrittori e giornalisti come Edoardo Scarfoglio, Matilde Serao e Gabriele D'Annunzio. Pubblica la nuova raccolta di novelle "Homo" e inizia con l'editore fiorentino Bemporad il nuovo intenso filone fiabistico con "C'era una volta", nel 1882. Nel 1893 fonderà anche il giornalino per bambini Cenerentola, al quale collaborerà anche Ida Baccini. L'attività non si interrompe quando rientra a Mineo, dove viene rieletto sindaco nel 1885, anzi si intensifica la produzione di opere letterarie, come il romanzo "Profumo" (1890), che sarà seguito da "La sfinge" (1897) e soprattutto, dopo anni di preparazione, "Il marchese di Roccaverdina" (1901). Dopo un passato sentimentalmente complesso, comprese varie paternità non legalmente riconosciute, si sposa con una giovane donna, la scrittrice Adelaide Bernardini di Narni, che resterà al suo fianco fino alla fine. Nel 1900 è a Roma per insegnare letteratura italiana al Magistero. Nel 1902 si trasferisce infine a Catania per insegnare lessicografia e stilistica all'Università, cattedra che manterrà fino al 1914. Pubblica in volume nel 1907 "Un vampiro" (Enrico Voghera Editore, Roma), racconto già apparso in La lettura anno IV (1904) n. 7, dedicandolo a Cesare Lombroso. Negli ultimi anni si dedica molto anche al teatro dialettale, dove ha successo con il dramma "Malìa" e alcune commedie. Muore a Catania (Italia) il 29 novembre 1915.
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