Dylan DogDylan Dog "l'indagatore dell'incubo" è un detective molto particolare che ha a che fare con splendide fanciulle e con mostri di ogni tipo. Vive e lavora a Londra con Groucho, il suo assistente, che assomiglia a Groucho Marx e sforna battute e freddure che gli guadagnano una particolare popolarità. Dylan lavora spesso in stretto contatto con l'ispettore Bloch, che era il suo "capo" quando era ancora un poliziotto. Non ama viaggiare in aereo, suona il clarinetto e lavora da tempo immemorabile alla costruzione di un modellino di galeone spagnolo che probabilmente non finirà mai. Non sappiamo quasi nulla del suo passato né dei motivi che l'hanno spinto a lasciare la polizia per dedicarsi a questa insolita professione.Nel preparare il primo numero della serie, nel 1986, il disegnatore Claudio Villa deve studiare al cinema l'aspetto dell'attore Rupert Everett, poi realizza una tavola di prova (pubblicata in WOW nuova serie n. 0) che servirà da traccia per gli altri autori. Nel creare Dylan Dog, infatti, lo sceneggiatore Tiziano Sclavi non lascia nulla al caso; anche l'abbigliamento è attentamente studiato, dalle scarpe Clark ai polsini della camicia girati all'indietro sulla giacca. Unica nota stravagante è il colore rosso della camicia. Il protagonista è un ex alcolista, cocainomane, stonato, afflitto da innumerevoli fobie (come la paura dell'aereo, le vertigini e la claustrofobia) e dalla depressione. Insomma Dylan Dog è un gradino al di sotto dell'uomo della strada, un vero antieroe. Però è bello, ha successo con le donne e vive avventure straordinarie, inducendo l'idea che se ciò capita a uno come lui, a maggior ragione potrà capitare al lettore che non abbia tutti quei difetti. Al successo della serie contribuiscono, nei primi quattro anni, anche le splendide copertine di Claudio Villa, attento alla precisione anatomica ma anche incisivo come un cartellonista cinematografico; quando lascerà la serie per dedicarsi a Tex, il suo posto sarà preso degnamente da Angelo Stano. Nel 1986 la prima storia è disegnata da Angelo Stano, che poi si alternerà con vari altri autori, come Gustavo Trigo, Corrado Roi, Giampiero Casertano, Dell'Uomo e la coppia Montanari-Grassani. Umberto Eco nota che la forma narrativa di Dylan Dog permette di estrapolare una scena, una frase o un concetto dal contesto, senza che per questo il frammento perda di significato, come avviene in poche altre opere letterarie, come le terzine dantesche, i versetti della Bibbia o le opere di Shakespeare. Sclavi spiega che questo corrisponde al suo metodo di lavoro: non costruisce infatti la storia sulla base di una trama omogenea, ma procedendo per nuclei narrativi, organizzati intorno a una scena immaginata o a una frase detta, e solo alla fine imbastisce una trama generale che cuce tutto insieme. Ricchissime di riferimenti a film e romanzi dell'orrore (tanto che per i lettori cercare di scoprirli è diventata ormai una sfida abituale), le storie di Dylan Dog sono il maggior successo editoriale italiano alla fine degli anni Ottanta. Alcune storie brevi a colori, scritte da Sclavi e disegnate da Corrado Roi, appaiono su Comic Art dal gennaio 1990, mentre dall'anno successivo viene creato anche un gioco di ruolo. Testate del CATALOGO DEL FUMETTO ITALIANO: | ||
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