Sta crescendo in modo sensibile, in Italia e nel mondo, l'attenzione verso i temi connessi con la fame e la sete. Le tappe segnate dalle esposizioni universali, da quella attuale a Saragoza, in Spagna, mirata sull'acqua, via via fino a quella milanese del 2015, sono un segnale di questa tendenza. Le università stanno attivando master sul risparmio e sull'uso responsabile dell'acqua, mentre si discute con sempre crescente impegno di alimentazione, di cibi transgenici, di proprietà della terra e delle sue risorse, e si cercano soluzioni.
Sopratutto cambiano le prospettive, e l'agricoltura si trova rivalutata nella sua importanza. "Braccia rubate all'agricoltura" si diceva ieri per indicare qualcuno che avrebbe fatto meglio a lavorare nei campi piuttosto che studiare per svolgere un'attività più considerata e remunerata.
Oggi produrre e consumare consapevolmente gli alimenti non è più una questione secondaria.
L'aumento dei costi al consumo, la gabella imposta dal copyright sui cibi modificati – che sta ulteriormente impoverendo i poveri del mondo e arricchendo poche aziende multinazionali – non sono che alcuni aspetti di un unico grande problema. Vanno riconsiderate le catene distributive, che moltiplicano i prezzi dei prodotti, e le politiche nazionali ed europee, con le quote di produzione assegnate alle diverse aree.
Nella rivalutazione dell'agricoltura, la Lombardia riscopre una sua importanza storica, messa in ombra dal boom industriale del dopoguerra, e Milano si vanta di avere ancora un primato agricolo di cui sembrava vergognarsi.
Ipnotizzati, poi, dalla pubblicità delle acque minerali in bottiglia, distribuite a montagne nei supermercati, noi italiani ne siamo diventati tra i maggiori consumatori, pur disponendo di acqua potabile buona, erogata in casa, molto più testata e controllata. Così abbiamo aggiunto un problema di smaltimento di bottiglie, senza contare la schiavitù volontaria di un faticoso e costoso approvvigionamento settimanale di una bevanda che abbiamo già a domicilio.
Ce n'è di che ridere un po' di noi stessi, del male che ci siamo fatti e ancora ci facciamo, e gli autori satirici sono bravissimi a metterci alla berlina. Con quel loro straordinario "terzo occhio" sintetizzano in folgoranti metafore il vero senso delle situazioni, e la mostra della XIV Ghignata, ospiti e complici anche un manipolo di autori cubani, ne è la prova.

La Fondazione Franco Fossati ha voluto ospitare anche un momento più serio, un incontro pubblico a Palazzo Isimbardi (di fronte al comune di Muggiò), coordinato dal direttore del Cittadino Luigi Losa.
Il titolo dell'incontro è ovviamente "Pane e Acqua", ma si è scelto di calare il tema nella realtà quotidiana e locale. Così il dottor Carlo Fossati spiegherà l'importanza nutrizionale del pane e dell'acqua della nostra tavola, con un evidente risalto al progetto de "l'acqua del sindaco" inaugurato il 23 settembre scorso nei comuni della Brianza. E' opportuno dunque l'intervento del chimico Alberto Sala, che illustrerà l'attività di Brianzacque e il sistema distributivo che porta acqua buona e testata nelle nostre case.
Il professor Pio Rossi chiarirà l'importanza crescente di una scuola come quella di agraria nel Parco di Monza nella prospettiva della rivalutazione dell'agricoltura.
Il professor Ambrogio Borgonovo chiarirà in che modo si evolve la professione del panificatore e che futuro si apre ai giovani che impegnano il loro futuro in questa attività.
Sono molti, infine, gli interrogativi dei cittadini di Monza e della Brianza ai quali può dare una risposta l'architetto Alfredo Viganò, esperto di politiche ambientali con un'ampia esperienza nel territorio.

L'incontro è aperto a tutta la cittadinanza