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Il lungo sogno di un catalogo
Dalla metà degli anni Sessanta, con il riconoscimento da parte di storici e semiologi dell'importanza e del valore comunicativo (e, spesso, artistico) del fumetto, ora definito Nona Arte, nasce il desiderio di ricostruire la storia di questo medium in Italia e nel mondo. E presto si pone la difficoltà di definire un catalogo del fumetto, ben più difficile da ricostruire di un catalogo di francobolli (prodotti da un solo editore, lo Stato, e dei quali esistono quindi registrazioni ufficiali).
Il cammino è lento, si comincia pubblicando elenchi di collane, si procede una serie dopo l'altra. Opera meritoria è quella dell'ANAF, Associazione nazionale amici del fumetto, ancora oggi più che mai attiva, ma il tentativo di operare il salto di qualità produce soltanto dei prezziari (comunque una base preziosa), poi naufraga un tentativo di catalogo italiano a schede mobili. Luigi F. Bona pubblica nel 1975 (in coedizione con il romano Paolo Meloni) un Catalogo italiano del fumetto amatoriale, 64 pagine illustratissime di grande formato dove raccoglie informazioni sul pubblicato italiano a circuito chiuso e diffusione amatoriale, dalle prime fanzine alle riviste specializzate, alle ristampe anastatiche e alle raffinate edizioni numerate. L'opera è preziosa perché se è difficile ricostruire la storia di edizioni da edicola, ancora più difficile se non impossibile sarebbe oggi catalogare i prodotti di anni "eroici" con tirature che andavano dalle 200 alle 1500 copie in tutto e diffuse per lo più alle manifestazioni specializzate o per vendita diretta.
Bona, che nel frattempo ha fondato la rivista specializzata WOW, di concezione molto diversa e innovativa rispetto alle altre pubblicazioni del settore, completa il percorso con una nuova edizione del Catalogo italiano del fumetto amatoriale, nel 1978, in coedizione con Nessim Vaturi, aiutato dallo staff della rivista (è doveroso citare almeno Umberto Volpini). Completa in qualche punto l'edizione precedente e copre un nuovo triennio ricchissimo (i titoli erano triplicati rispetto ai dieci anni precedenti), inserendo inoltre l'indice dei contenuti delle maggiori testate e circa 800 riproduzioni di copertine. Il catalogo amatoriale non avrà una successiva edizione: l'annuncio di Luigi F. Bona di un aggiornamento, qualche tempo dopo, non arriva a compimento. Il mercato amatoriale si è trasformato, con edizioni molto speculative o pirata, e l'editore milanese rinuncia all'impresa per non fare pubblicità a una produzione di quel genere.
Nel numero zero di WOW (dicembre 1975, un mini-aggiornamento del primo Catalogo), così si legge nell'editoriale: "...Mentre è in preparazione un Catalogo del Fumetto Italiano di ben più ampio respiro, con le pubblicazioni del "grande circuito", WOW costituisce una presenza occasionale (nella nostra ambizione puņ divenire periodica) che intende allargare il discorso affrontando temi più generali e di più vasto interesse...". In realtà WOW vedrà la luce nell'aprile seguente, mentre trascorreranno oltre dieci anni prima che Bona si senta pronto ad affrontare l'impresa.

(segue)

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