Massimo BucchiNasce a Roma (Italia) nel 1941. Prima di arrivare al quotidiano La Repubblica fa il giornalista, il grafico e l'illustratore; assunto dal giornale, fa il grafico, il giornalista e l'illustratore. Poi mette tutto quello che sa fare dentro la vignetta, come si nascondono le cose più preziose dentro un materasso. Ha un buon rapporto con il mondo, almeno finché il mondo continua ad andare in malora. Si irrita solo con chi considera la vignetta un'intuizione fulminante e non il frutto di otto ore di lavoro.Segni particolari: una passione, mal ricambiata, per il biliardo; memorabili le sue sfide con Sandro Ciotti. Altra debolezza: entra a far parte delle Officine Guano di Riccardo Mannelli. Nel 1975 con l'editore Savelli pubblica l'albo "Alla Bastiglia!", una "controstoria della Rivoluzione francese". Sul quotidiano La Repubblica pubblica la rubrica "La finestra sul cortile", le cui vignette particolarissime commentano l'attualità con un acume da epigrammista classico. Nel mondo satirico italiano può dirsi l'unico ad aver creato non uno stile, ma un vero e proprio linguaggio che scaturisce dalla frizione tra immagini (spesso fotomontaggi, patchwork, grafismi, sempre ringraziando computer e fotocopiatrice) e aforistico titolo. Meno noto è il suo lavoro grafico, le raffinatissime litografie. Favolosi i suoi folgoranti ritratti di "fine millennio", commistioni di personaggi che vanno da John Lenin a Adolf Hilton.
|