Gustave DoréNasce a Strasbourg (Francia) il 6 gennaio 1832. Violinista di talento e grande disegnatore, illustrerà oltre 120 opere (i suoi disegni vengono trasferiti su matrice da incisori), dipingerà acquerelli e quadri a olio, scolpirà tra l'altro la statua ad Alexandre Dumas a Parigi. I suoi modelli sono Grandville, Hogarth, Goya, e si esprimerà altrettanto abilmente con soggetti umoristici, satirici, avventurosi, romantici e grotteschi. Disegna già da bambino con un'abilità ritrattistica eccezionale e nel 1847, a quindici anni, pubblica "Les travaux d'Hercule" ("Le fatiche d'Ercole"), un albo in formato orizzontale, sua opera prima. Nel 1852 illustra numerosi titoli per "I romanzi storici del bibliofilo Jacob" (Paul Lacroix), affiancandosi a Bocourt, Mettais, Céléstin Nauteil ed Edouard Frère; gli vengono affidati "Vertu et tempérament", "La soeur de Maugrabin", "L'oreille", "Le singe", "Un duel sans témoin", "La chambre des poisons", "La folle d'Orleans", "Une nuit dans les bois", "Une fortune de Racine", Le ghetto", "Le bon vieux temps", "M.lle de Vaucelay", "Le diable", "Le manuscrit". Collabora poi come caricaturista con Le journal pour rire e Le journal amusant. L'"Histoire pittoresque, dramatique et caricaturale de la Sainte Russie" (Bry Ainé, Parigi, 1854) è costruita in una forma narrativa che porterà a considerare l'artista tra i grandi precursori del fumetto. Si va affemando come illustratore e nel 1854 viene pubblicata una delle sue opere più interessanti e fantasiose, le illustrazioni per la "Vie de Gargantua et de Pantagruel" di Rabelais, seguita l'anno dopo dalla quinta edizione de "Les contes drolatiques, par le sieur de Balzac". Nei "Petits albums pour rire" dell'editore Aubert vengono pubblicati "Croquis militaires", "Vie d'une parisienne", "Les collégiens", "Paris musical" e "Grotesques". Al successo come illustratore cerca di aggiungere altrettanta notorietà come pittore, partecipando a esposizioni parigine e britanniche, ma la crescente fama di disegnatore mette in ombra questa aspirazione. L'immortalità gli arriva nel 1861, a ventotto anni, con la pubblicazione (per l'editore Hachette) dell'Inferno dantesco, prima parte di una "Divina commedia" dalle suggestioni straordinarie. E già l'anno seguente vede la luce "Les contes de Perrault" (per l'editore Hetzel, tradotto in italiano come "Il libro delle fate"), mentre si dovrà aspettare il 1868 per le "Fables" ("Favole") di La Fontaine, realizzato per Hachette.Nel 1863 viene pubblicato da Hachette un altro classico di straordinaria bellezza ed efficacia narrativa, l'edizione illustrata del "Don Chisciotte" di Cervantes, con la traduzione di Louis Viardot. L'autore esprime una creatività eccezionale attraverso circa 120 opere, dal grottesco e umoristico "Baron de Münchhausen" (1862) alla poderosa "La Sainte Bible" (1866), dal "Paradise Lost" (1866; in Italia "Il Paradiso perduto", Sonzogno, 1881) di John Milton all'"Orlando furioso" dell'Ariosto, fino a "The raven" ("Il corvo") di Poe, realizzato nel 1883 per la Harper di New York e pubblicato dopo la morte dell'illustratore, ma sono numerose anche stampe singole e illustrazioni legate a fatti di cronaca o a viaggi. Muore per crisi cardiaca a 51 anni a Parigi (Francia) il 23 gennaio 1883, e a chiudergli gli occhi è la fedele anziana servente Françoise, che l'aveva cresciuto da piccolo, una delle poche persone di famiglia cui l'artista abbia disegnato un ritratto. Le opere principali
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