Elio VittoriniNasce a Siracusa (Italia) il 23 luglio 1908. Studia controvoglia ragioneria e lascia la Sicilia nel 1924 per cercare fortuna al Nord. Esordisce sulla rivista Conquista dello Stato di Curzio Malaparte e su La fiera letteraria, approdando nel 1929 a Solaria. Nel 1930 è correttore di bozze al quotidiano fiorentino La Nazione.Nel 1931 pubblica per la casa editrice di Solaria il suo primo libro, la raccolta di racconti "Piccola borghesia", mentre l'intossicazione da piombo lo costringe a lasciare il lavoro in tipografia. Nel 1933 inizia su Solaria, a puntate, il romanzo "Il garofano rosso", che potrà essere raccolto in volume soltanto nel dopoguerra (Arnoldo Mondadori Editore, 1948). Nel 1936, quando scoppia la guerra civile in Spagna, interrompe la stesura del romanzo "Erica e i suoi fratelli" e progetta con Vasco Pratolini di andare ad aiutare i repubblicani spagnoli, esortando i fascisti italiani (sulla rivista Bargello) a schierarsi contro il generale golpista Franco. Una presa di posizione che lo porta a lasciare il Partito fascista. Tra il 1938 al 1939 pubblica a puntate, su Letteratura, il romanzo "Conversazione in Sicilia" (in volume nel 1941 per Parenti e poi per Bompiani).
Nel 1942 si avvicina al Partito comunista (clandestino) e partecipa attivamente alla Resistenza. Dopo la Liberazione, nel 1945, è direttore dell'edizione milanese del quotidiano comunista l'Unità e pubblica per Bompiani il romanzo "Uomini e no". Fonda la rivista di cultura contemporanea Il Politecnico, che viene pubblicata fino al 1947. Pubblica, ancora con Bompiani, il romanzo "Il Sempione strizza l'occhio al Frejus" (1946) e "Le donne di Messina" (1949, ristampato modificato nel 1964). Nel 1951 dirige per Einaudi la collana "I gettoni", focalizzata sui giovani scrittori, dove presenta autori come Italo Calvino e Beppe Fenoglio. Pubblica sul quotidiano torinese La Stampa l'articolo "Le vie degli ex comunisti", spiegando le ragioni dell'abbandono del Partito Comunista Italiano da parte di molti intellettuali come lui. Dal 1952 lavora al romanzo "Le città del mondo", che lascerà incompiuto (sarà pubblicato postumo da Einaudi, nel 1969), mentre riprende e completa "Erica e i suoi fratelli" (Bompiani, 1956). Nel 1959 fonda la rivista-libro aperiodica Il Menabò (di letteratura) per Einaudi e ne condivide la direzione con Italo Calvino; il n. 1 viene pubblicato nel giugno 1959 e usciranno in tutto soltanto 10 numeri, fino al n. 10 del 1967 (dedicato all'autore, scoparso l'anno precedente). Dal 1960 dirige per Mondadori le collane "La Medusa" e, successivamente, "Nuovi scrittori stranieri". Scrive un manifesto contro la guerra in Algeria e si candida nelle liste radicali del Partito Socialista Italiano, diventando presidente del Partito Radicale. Nel 1963 si manifesta un cancro allo stomaco e deve essere operato. Continuia tuttavia a lavorare per Mondadori, varando poi per Einaudi la collana "Nuovo Politecnico". Nell'aprile 1965 tiene a battesimo il mensile di fumetti Linus: nel primo numero della rivista viene pubblicata un'intervista di Umberto Eco a lui e a Oreste del Buono. Nell'estate del 1965 il cancro entra in fase terminale. Muore a 57 anni a Milano (Italia) il 12 febbraio 1966. Riposa nel cimitero di Concorezzo.
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