Flavia StenoNasce a Lugano (Svizzera) nel 1877. Studia presso le suore del Collegio di montagna di Dumenza (provincia di Varese, Italia, vicino al confine con la Svizzera), seguita con attenzione e preparazione culturale, come avrà modo di ricordare con riconoscenza.Si trasferisce a Genova nel 1898 con il marito, Giovanni Cottini. Qui sceglie una vita di giornalista e scrittrice, formandosi al quotidiano Il Secolo XIX diretto da Luigi Arnaldo Vassallo [Gandolin], che le suggerisce anche il nome d'arte Flavia Steno. Convinta assertrice dei diritti della donna, si impone come giornalista ma anche come autrice di romanzi, raggiungendo anche la popolarità. PAGINA IN PREPARAZIONE Nel 1943 pubblica sul quotidiano genovese un giudizio fortemente negativo sui libri di testo per bambini allineati alle direttive del regime, e per questo viene denunciata; condannata per questo il 27 luglio 1944 a quindici anni di reclusione, si nasconde tra i partigiani del Monferrato, in un cascinale, e attende con una carta d'identità falsa (intestata a "Rina Fantoni") la caduta del nazifascismo e la Liberazione. Riprende a scrivere per il Corriere della sera e per Il Secolo XIX. Muore a Genova (Italia) nella notte del 19 dicembre 1946.
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