Roberto MandelNasce a Treviso (Italia) nel 1895. Nato da famiglia di origini turche (da cui un secondo nome Yusuf poi mutato in Giuseppe), si laurea in fisica. Durante la Prima guerra mondiale, con il grado di maggiore, viene ferito riportando una invalidità permanente, conseguenti onori e promozione a capitano.Amico di Gabriele D'Annunzio (padrino di suo figlio Gabriele), ne scrive la biografia "Gabriele D'Annunzio il buon sementatore" (La Nazionale, Bologna 1923, poi Sonzogno) e ne condivide anche lo spirito massonico: viene introdotto dal generale Pietro Badoglio alla loggia del Grande Oriente d'Italia, a Napoli, mentre il poeta aderisce a quella di Piazza del Gesù. Lavora attivamente per il regime fascista e per le corporazioni, e nel 1928 pubblica con Sonzogno il volume "Il Duce - gli atti e le opere, i discorsi e le direttive, l'azione del governo". L'accesso agli archivi dello Stato Maggiore dell'esercito gli consente di pubblicare una corposa e documentata "Storia popolare illustrata della grande guerra" a dispense, raccolte in 6 volumi (Armando Gorlini Editore, Milano, dal 1930 al 1934). Scrive inoltre "Gandhi e la prossima guerra europea" (Gorlini, 1930), "La guerra aerea" (Editoriale Moderna, Milano 1931), "Il volo alle stelle" (Sonzogno, Milano 1931), "La vita dell'Universo" (Scrittori Associati, 1931), "La trovata di Arlecchino" (La Lanterna, 1932), "La guerra di domani" (Edizioni Aurora, Milano 1934). Nel 1937-1938 è direttore delle storiche testate a fumetti dell'editore Lotario Vecchi (SAEV): Jumbo, Primarosa, Audace. Sposato con l'artista e scrittrice Carlotta Rimini, ebrea, si trova progressivamente su posizioni sempre più lontane da quelle del governo, fino ad esprimere dissenso per le leggi razziali del 1938 e per la politica filonazista successiva alla campagna d'Etiopia. Per questo viene rinchiuso con il figlio Gabriele a Milano nel carcere di San Vittore. Costretto da Benito Mussolini a lasciare l'Italia, si trasferisce a Parigi (intanto D'Annunzio viene assassinato da una cameriera, sicaria di Hitler, secondo quanto racconterà Gabriele Mandel in un'intervista al quotidiano Corriere della Sera). Pubblica il poema "Il cantico dei cieli" (SLM, 1940). Nel 1944 la SEI di Torino pubblica il suo romanzo storico per ragazzi "Per liberare l'imperatore". Dopo la guerra pubblica l'autobiografica testimonianza "San Vittore, inferno nazifascista" (Società Libraria Lombarda, 1945), illustrato da xilografie del figlio Gabriele, come lui internato nel carcere. Scrive ancora "La spia senza nome" (1947) e "La patria perduta". Nel 1952 pubblica racconti nel Corriere dei piccoli diretto da Giovanni Mosca. Muore a Bologna (Italia) nel 1963.
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