Vincenzo/Ugo FLERES
(Ariel, Caliban, Fantasio, Fortunio, Leo Fergus, Nano Misirizzi, Pifagna, Il Principe azzurro, Prospero, Revisore, Uriel)
1857-1939

Ugo Fleres

Nasce a Messina (Italia) l'11 dicembre 1857. Ultimo di otto figli del procuratore legale Mariano Fleres e dalla baronessa Felicia "Felecita" Costagiorgiano, gli viene imposto il nome di battesimo Vittorio (che nel 1911 chiederà - e otterrà dopo quattro anni - di mutare in Ugo). Mostra subito passione per il disegno. Indirizzato a studi di ambito commerciale presso l'istituto tecnico di Messina (uno zio è docente di economia politica nella facoltà di giurisprudenza dell'università cittadina), mostra una vocazione artistica e il padre gli fa allora ottenere un assegno dal Municipio di Messina per recarsi a Napoli, nel 1874, insieme all'amico P. Vetri e farli approdare allo studio del pittore D. Morelli, dove fanno il loro apprendistato per due anni.
L'espressione pittorica non lo convince e si trasferisce infine a Roma, dove può sperimentare arti diverse e studiare, da auodidatta, varie lingue e letteratura. Scrive in questo periodo le sue prime composizioni letterarie.
Nel 1880 l'amico poeta Giuseppe Aurelio Costanzo lo introduce nella redazione del Capitan Fracassa, dove scrive molti articoli e cronache d'arte, a volte corredati da illustrazioni, secondo la novità introdotta dal direttore Luigi Arnaldo Vassallo [Gandolin]. Utilizza come firma numerosi pseudonimi, seguendo anche le variazioni di stile del testo.

Oltre che con il Capitan Fracassa collabora con numerosi altri giornali e riviste.
Pubblica nel 1882 "Versi", inaugurando anche l'attività di scrittore, spaziando dalla poesia al romanzo e alle novelle, fino ai libretti d'opera e a testi teatrali: "Profane istorie" (Roma, 1885), "La serra" (Parma, 1886), "Extollat" e "Varie" (Torino, 1887), "Vortice" (Catania, 1887), "La tazza del tè" (Milano, 1888), "Sacellum" (Catania, 1889), "La messa notturna" (Roma, 1899), ecc.

Senza aderire a nessuna delle numerose tendenze del periodo, segue percorsi e gusti propri mentre continua l'intensa attività giornalistica.

Nel 1892 è viceispettore alle Belle Arti presso il ministero della Pubblica Istruzione e in questa veste produce studi e ottiene riconoscimenti per la critica giornalistica Nel 1903 è nominato ispettore di prima classe, mentre, già dal 1899, insegna e, dal 1900, è professore di storia dell'arte al pensionato artistico. Nel 1903 passa all'Istituto superiore femminile di magistero (a Roma) e vi rimane ventitré anni tra colleghi illustri (quali Giuseppe Mantica e Luigi Pirandello, con i quali si ritrova spesso nelle rispettive case trasformate in cenacoli letterari).
Nella propria abitazione, sul lungotevere Mellini, con Giuseppe Mantica fonda il settimanale Ariel (che dura soltanto sei mesi, dal 18 dicembre 1897 al 5 giugno 1898), interessante per il rifiuto del decadentismo, del naturalismo, della scapigliatura e di tutte le mode per orientarsi a una letteratura più sincera e trasparente: basarsi sulle contraddizioni del reale, come indica Pirandello, senza bisogno di orpelli estetici, magari artificiosamente sublimi (vedi D'Annunzio).

Il 25 luglio 1911 avvia una complicata domanda per cambiare il proprio nome di battesimo in Ugo, e ottiene il risultato dopo quattro anni, quando ormai da tempo usa il nuovo nome.

Muore a Roma (Italia) nella notte tra il 28 e il 29 dicembre 1939.