da Bombastium n. 2, novembre 2003

Aprile 1966: nasce Comics Club 104, la prima fanzine italiana

  • CATALOGO ITALIANO DEL FUMETTO AMATORIALE
  • COMICS CLUB 104 scheda
  • Così nacque il grande Al Levin (da Bombastium n. 2, novembre 2003)

  • Formidabili davvero, quegli anni! Anche per il fumetto. Umberto Eco vedeva ristampare più volte il suo "Apocalittici e integrati", che conteneva due saggi straordinari: "La lettura di Steve Canyon" e "Il mito di Superman"; nell’aprile del 1965 usciva Linus, prima rivista di fumetti del mondo, una sfida impossibile che si sarebbe rivelata una grande intuizione, complici i fermenti intellettuali di una città e di una gioventù in ebollizione; nello stesso anno nasceva il progetto del Salone internazionale dei comics e del cinema d’animazione, che per molti anni farà di Lucca un importante crocevia per autori e operatori di tutto il mondo. Si pubblicavano i primi saggi (Giammanco, Forte) mentre Garzanti, Bompiani e Milano Libri portavano il grande fumetto in libreria. Negli Stati Uniti si contavano già oltre 150 testate di riviste specializzate di fumetti, la Francia pubblicava fanzine di altissimo livello.
    Due ragazzi intraprendenti
    Nell’ottobre del 1965 l’appena diciottenne Alfredo Castelli scrive su Linus un articolo sulle fanzine d’oltreoceano. Con lui frequenta la redazione anche il coetaneo Paolo Sala, ed è a Paolo che viene in mente di fondare Comics Club 104, la prima fanzine italiana. A distanza di tanti anni nessuno dei due ricorda il perché di quel "104" nel nome. Paolo Sala esclude che fosse un numero civico di qualcuno, e non rammenta motivazioni numerologiche che possano averlo generato... spera nella memoria di un cugino, e noi abbiamo prenotato l’eventuale scoop: c’è chi si pone questa domanda ormai da 35 anni!
    Pochi fogli preziosi
    La fanzine nasceva nell’aprile 1966, veste povera (venti fogli tenuti insieme dai punti metallici) ma abbastanza costosa (ben 300 lire) e quasi introvabile. Il contenuto conserva ancora, a dispetto del tempo, l’impressione che comunicava allora: maturità di approccio agli argomenti, ricchezza di articoli, originalità.
    C’era un tentativo di «enciclopedia dei comics», servizi sul fumetto nordamericano e sudamericano, venivano citati per la prima volta nomi destinati a diventare famosi anche da noi, come Will Eisner e Al Williamson, per non parlare dei disegnatori di Topolino: Barks, Paul Murry, eccetera. Una storia a sé vale la "scoperta" di Al Levin... quindi la lasciamo per il riquadro a pagina 6. La rivistina esce per quattro numeri; il quinto avrebbe dovuto essere una specie di Mad (la rivista satirica statunitense) realizzata da autori italiani, 54 pagine in formato ridotto; uscirà solo nel 1969 per l’editore Ivaldi di Genova (quello di Sgt Kirk), e si chiamerà Tilt.
    Invece i due giovani conoscono Pier Carpi, che lavora già da tempo per l’editore milanese Gino Sansoni, e il nuovo numero di Comics Club (il 104 si è perso per strada), più ricco, costoso e introvabile dei precedenti, esce verso l’estate del 1967. Ricordo di aver setacciato una quantità di edicole milanesi, approdando infine dall’editore per potermi procurare quell’introvabile numero! Allegato, un albo "amatoriale", il primo in Italia, con una storia dell’Ispettore Wade.
    La fine dell’avventura
    Le strade fumettistiche di Paolo Sala e Alfredo Castelli si separano qui. Paolo seguirà altri percorsi, pur continuando ad essere amico di Alfredo e a interessarsi anche del fumetto, un interesse da intellettuale e da osservatore esterno di un medium di cui conosce bene i meccanismi e le caratteristiche. Alfredo Castelli e Pier Carpi daranno vita, per Sansoni, alla rivista Horror, dopo di che Alfredo avrà accumulato abbastanza esperienza da puntare ad altri progetti, per esempio con Astorina (Diabolik) e con il Corriere dei piccoli/Corriere dei ragazzi; una carriera da sceneggiatore che lo porterà a creare il personaggio di Martin Mystère, con l’omonima testata, per l’editore Bonelli. Naturalmente molti lo conoscono come autore dell’Omino Bufo (ah ah).
    Intanto però la via alle "fans magazine" era tracciata: alla gloriosa Comics Club 104, che già nel Catalogo italiano del fumetto amatoriale del 1978 dichiaravamo "rara e introvabile", seguiranno diverse altre testate importanti (la collezione del Museo Franco Fossati è tra le più complete) e una miriade di pubblicazioni minori spesso motivate soltanto dal legittimo desiderio di condividere con altri il piacere di una passione per qualche personaggio o per la lettura preferita.

    LFB


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