Esordio
Ho annunciato il programma particolareggiato di questo periodico al Congresso del Libro tenutosi a Milano lo scorso anno e ho confermato nel mio bollettino editoriale del febbraio scorso che avrei mantenuto, entro il marzo, la promessa fatta. Mentre stavo lottando a tutt'uomo contro il guerresco torpore del mio valente tipografo, e, nei brevi ritagli di tempo che mi consentono i miei doveri militari, stavo preparando questo primo numero di saggio che avrei voluto mandare in bozze agli Editori e agli Autori per averne consigli e collaborazione, leggo sul
Corriere del 12 marzo l'annuncio, che mi è poi confermato da una lettera a stampa del 13 marzo, che la Casa Treves sta per lanciare una rivista
I libri del giorno con un programma che ha molta rassomiglianza con quello dell'
Italia che scrive. Io sono oltre ogni dire soddisfatto che un altro editore, e un così cospicuo editore, abbia fatta sua la mia iniziativa. Se ne avessi avuto sentore un po' prima sarei stato ben contento di cedergli completamente il passo perché è sempre stato mio proposito costante di astenermi dal far ciò che altri fanno.
Ma al punto in cui mi trovo non mi sento di venir meno agli impegni assunti e licenzio questo primo numero, sono solo dolente che esso debba, per la impreveduta fretta di non giungere secondo, uscire così nella sua forma di abbozzo con troppa abbondanza di recensioni relative ai miei libri piuttosto che ai libri di altri editori, come avrebbe dovuto essere. [...]
L'Italia che scrive agiterà le principali questioni inerenti a la vita del libro italiano in quanto esse sono essenziali alla vita spirituale della nazione, e tratterà dei problemi della coltura in quanto essi hanno una proiezione sula vita del libro. Questo nuovo periodico si propone inoltre di creare una intesa tra quanti vivono per il libro e lo amano, cioè fra gli autori, gli editori, i librai, coloro che si dedicano alle arti grafiche e infine i
consumatori del libro, cioè il pubblico dei lettori. Si sente dire spesso che in Italia si legge poco: ciò è vero soltanto in parte; comunque
L'Italia che scrive col mettere sotto gli occhi di
coloro che leggono una bibliografia fresca, sistematica e vivace della produzione editoriale italiana, contribuirà certo ad una maggior diffusione del libro. [...]
A.F. Formìggini
[estratto dall'editoriale del n. 1, aprile 1918]
dir. resp.:
(red. capo, 19°/1 a 21°/11)
mensile rivista cm 23x31 12/32 pp bn + cop 2+1 pm c. 35 a L. 3
mensile L. 3 a L. 6