Ferdinando Tacconi

Giovedì 11 maggio 2006 ci ha lasciato Ferdinando Tacconi, un grande autore e una delle persone più belle del nostro mondo.
Un anno fa, mentre mi raccontava della Resistenza che aveva vissuto in prima persona e mi affidava un episodio a fumetti per una mostra del 25 aprile, ero affascinato una volta di più dalla sua bravura e dalla quieta modestia. Avevamo parlato della sua esperienza inglese, del Corriere dei Ragazzi, di tanti amici comuni, del fumetto d'oggi... Era entusiasta dell'accoglienza che gli avevano riservato in Sardegna, dell'organizzazione e dell'affettuosità che aveva trovato a Cagliari. Pochi giorni fa mi aveva telefonato: era stato molto male, voleva rimettersi un po'... Non potevo immaginare che non ci saremmo mai più rivisti!
In questo momento tristissimo, è giusto che siano gli amici Fabrizio Lo Bianco e Alfredo Castelli a cercare, nell'emozione, qualche parola per ricordarlo.
              Luigi Bona

Ciao Nando. Ferdinando Tacconi ci ha salutati e adesso vola alto con sua moglie Lidia, il figlio Rolando e i suoi amati aeroplani. Nando il maestro, Nando il grande. Maestro di fumetto, uno dei più grandi del dopoguerra, e non solo in Italia. Grande uomo, ma è meglio non dilungarsi in elogi, esaltazioni e quant'altro perché a lui queste cose facevano venire il mal di pancia. Durante la presentazione di una retrospettiva su Dino Battaglia a Cagliari, ci fu una conferenza in cui ci sperticammo in lodi scontate e un po' trite su Battaglia stesso. Quando la parola passò a Nando, lui come al solito fulminò tutti esordendo con un commento colorito sulla "cattiveria" dell'amico Dino. Ci fece ridere e poi commuovere, capace di ammaliare con la sua voce profonda quasi quanto con le sue chine.
Negli ultimi anni, per un problema alla vista, aveva dovuto progressivamente abbandonare il disegno, anche se inizialmente riusciva comunque a realizzare dei layout di una freschezza e di una forza straordinarie. Poi aveva dirottato la sua creatività sulla macchina da scrivere realizzando soggetti e sceneggiature per Nick Raider.
Ciao Nando, ci mancherai tantissimo.
              Fabrizio Lo Bianco

In circostanze come questa, è difficile scrivere qualcosa che non sia banale o retorico, o che suoni orribilmente "di circostanza". Quindi, in attesa di raccogliere le idee, scrivo soltanto che conoscevo Nando ancor prima di entrare nel mondo del fumetto, e dunque da più di quarant'anni. Ora, come tutti, sono stordito dalla sua morte; tra poco, pochissimo, mi renderò purtroppo conto di quanto la sua presenza discreta è stata importante per me, e di quanto lui mi mancherà.
              Alfredo Castelli