Saul SteinbergNasce in Romania nel 1914. Nel 1933, dopo brevissimi studi di filosofia a Bucarest, si trasferisce a Milano (Italia) e studia architettura al Politecnico, laureandosi nel 1940. La pratica del disegno architettonico gli fa intravvedere le grandi potenzialità di rappresentazione del segno grafico. In quegli anni, collabora anche con vignette - molte delle quali firmate con lo pseudonimo Xavier - al giornale satirico Bertoldo, e questa esperienza resta profondamente viva e avvertibile nello sviluppo della sua produzione artistica successiva.Costretto a lasciare l'Italia dalle leggi razziali del regime fascista, fugge prima a Santo Domingo, poi negli Stati Uniti dove, dal 1940, pubblicherà anche in riviste come Life e Harper's Bazaar. Comincia subito a collaborare regolarmente con il The New Yorker, per il quale lavorerà per quasi sessant'anni, fino alla morte, producendo 85 copertine e 600 disegni. Collabora anche con molte altre riviste e si impegna, contemporaneamente, in un'intensa attività artistica. Nel 1942 e 1943 espone insieme allo scultore italiano Costantino Nivola alla Betty Parson Gallery e poi alla Wakefield Gallery di New York. Tre anni dopo è uno dei "Fourteen Americans" selezionati per una mostra del Museum of Modern Art. Nel 1954 dipinge alla Triennale di Milano uno spettacolare murale intitolato "Il labirinto dei bambini". Nel 1958 alla Mostra internazionale di Bruxelles allestisce un grandioso collage intitolato "The Americans". Alla Galerie Maeght di Parigi, nel 1966, crea un altro murale-collage intitolato "La maschera", che dà l'avvio a tutte le successive, famosissime, metaforiche "maschere" che disegna su sacchetti di carta per la spesa, per indossarle o per farle indossare ad amici: la fotografa Inge Morath ne riproduce tutta una serie, con scatti in interni e in esterni, con foto di gruppo e foto individuali. Nel 1978 gli organizzano una importante "antologica" nel Whitney Museum of American Art. Muore a New York (Stati Uniti) nel 1999. Dopo la morte dell'artista, negli USA viene creata la "The Saul Steinberg Foundation", un'organizzazione no-profit che si prefigge di "facilitare lo studio e l'apprezzamento dei contributi dati dall'opera di Saul Steinberg all'arte del XXI secolo". L'arte di Steinberg non può essere confinata in una sola categoria o movimento: un "modernista" in continua ricerca. La Fondazione Europea del Disegno, di Torino, nel 2001 presenta a Meina, sul Lago Maggiore, la prima mostra retrospettiva italiana dedicata a Steinberg. Nel 2002 viene presentata un'antologica steinberghiana nell'Istituto per l'arte moderna di Valencia (Spagna). Nel 2004 la Triennale di Milano, con la mostra "Sensidivini", presenta un "manifesto" per dare una svolta alla progettazione di etichette enologiche, con una selezione di centinaia di "etichette d'autore" create da artisti di fama internazionale, emblematicamente introdotta da due esempi autorevoli, uno di Saul Steinberg e l'altro di Gio' Ponti. Fra i tanti libri di Steinberg ricordiamo "The art of living" (Harper & Brothers, New York 1949), "Passaporto" (Mondadori, 1954), "La scoperta dell'America" (Mondadori, 1992), "Il Labirinto". Fra i tantissimi saggi critici scritti su di lui, è da ricordare quello di Italo Calvino "La penna in prima persona", del 1977. E' anche da ricordare la corrispondenza che Steinberg tenne per oltre cinquant'anni con l'amico milanese Aldo Buzzi, raccolta in "Lettere a Aldo Buzzi 1945-1999" (Adelphi, 2002).
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