Alberto Giacomo Spiridione MARTINI (A.M.) 1876-1954

Alberto Martini

Nasce a Oderzo (Treviso, Italia) il 24 novembre 1876. Figlio di una nobildonna trevigiana, Maria dei Conti Spineda de Cattaneis, e del pittore e insegnante di disegno Giorgio Martini, è iniziato dal padre all'arte, orientandosi verso la grafica.
Interessato dal simbolismo rappresentato da Dürer, a vent'anni illustra con chine acquarellate l'"Albo della morte" e inizia la prima serie di immagini per il "Morgante Maggiore" di Luigi Pulci, che sospende per dedicarsi a "La secchia rapita" di Alessandro Tassoni.
Realizza i disegni a penna de "La corte dei miracoli" e inizia quelli del "Poema del lavoro" (che concluderà nel 1898).
Nel 1897 partecipa alla Seconda Biennale di Venezia (un appuntamento annuale che cercherà di non mancare mai) ed espone 14 disegni per "La corte dei miracoli", che l'anno seguente presenta a Monaco di Baviera (dove, durante il soggiorno, collabora con le riviste Jugend e Dekorative Kunst) e all'Esposizione internazionale di Torino insieme a "Il poema del lavoro". A questa esposizione incontra Vittorio Pica, noto critico napoletano, che sempre lo sosterrà in ambito italiano ed europeo.
Nel 1899 presenta "Il poema del lavoro" alla Biennale, esponendolo poi a Monaco e a Berlino. Comincia la produzione di diciannove cromolitografie destinate a diventare cartoline illustrate e manifesti pubblicitari, mentre Vittorio Pica gli propone di collaborare con la rivista Emporium.
Nel 1901 esegue il primo ciclo di chine acquarellate per "La Divina Commedia" (concorso Fratelli Alinari, Firenze). Partecipa alla Quarta Biennale di Venezia con i primi disegni per "La secchia rapita", in parte acquistati dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, completando l'opera per la Quinta Biennale di Venezia nel 1903.
Nel 1904 soggiorna brevemente a Parigi e disegna i primi ex libris per Antonio Fogazzaro, Vittorio Pica e altri. Collabora con La Lettura, mensile del Corriere della sera. Inizia il nuovo ciclo grafico "La lotta per l'amore" (china a penna e pennello). Partecipa con successo a una rassegna a Londra.
Nel 1905 completa la serie de "La lotta per l'amore" e partecipa con "La parabola dei celibi" alla Sesta Biennale di Venezia, iniziando anche le illustrazioni per i racconti di Edgar Allan Poe, un'opera che lo impegnerà per qualche anno.
Nel 1907 inizia con due disegni a penna l'illustrazione di "Ver-vert" ("Ver-vert o i viaggi del pappagallo di Nevers" di Jean-Baptiste-Louis Gresset). Espone alla Settima Biennale gli oli "Notturno" e "Nel sonno".
Nell'autunno 1908 partecipa alla Mostra di belle arti di Faenza e illustra il volume di novelle "Raw Edges - Studies and Stories of These Days" di Perceval Landon (Heinemann, Londra).
Continua a illustrare le "Storie straordinarie" di Edgar Allan Poe (presentando le nuove otto opere, come di consueto, all'Ottava Biennale di Venezia, nel 1909). L'anno seguente illustra il poema tragico "Il castello del sogno" di Enrico Annibale Butti (Treves, Milano, 1910) e alla fine dell'anno, dopo la morte del padre, si trasferisce con la madre a San Zeno (Treviso).
Allo scoppio della Guerra mondiale realizza 54 litografie intitolate "Danza macabra", fortemente antitedesche e ne vengono tratte cartoline diffuse anche tra gli alleati come strumento di propaganda, particolarmente apprezzate dall'ambasciata britannica. Inizia anche una serie di sei litografie per il poema grafico "Misteri", terminato nel 1915 (l'opera sarà pubblicata da Bottega di Poesia nel 1923, con un commento di Emanuele di Castelbarco).
Nel 1916 alla Leicester Gallery di Londra espone quattro serie della "Danza macabra", "Gli orrori della guerra", sei disegni per Edgar Allan Poe e la litografia "Avanti Italia". Per gli stessi galleristi espone in settembre, in una collettiva a Liverpool, le serie di litografie "Farfalle" e "Bocche".

 

PAGINA IN PREPARAZIONE

 

Muore a Milano (Italia) l'8 novembre 1954.