Erberto CarboniNasce a Parma (Italia) il 22 novembre 1899. Nel 1921 si laurea in architettura all'Accademia di Belle Arti della città natale, e apre subito uno studio pubblicitario.
Collabora con La lettura, mensile del Corriere della sera. Nel 1936 partecipa alla prima Mostra nazionale del cartellone, a Roma. Nel 1937 cura l'allestimento della sezione italiana di Arti grafiche a Parigi e nel 1940 espone una personale di arte grafica nell'ambito della VII Triennale di Milano. Tra le numeroise campagne del dopoguerra sono particolarmente importanti quelle per la RAI, radio e televisione (dal 1948, con il disegno del logo RAI; tra l'altro sono sue creazioni sia il famoso monoscopio sia le principali sigle, da quelle di apertura e chiusura trasmissioni a quella del primo Telegiornale, fino alla creazione del marchio della Terza rete), per la Barilla (dal 1952), per la Pirelli (1956), per la Pavesi, a Campari, la Motta, la Shell, la Olivetti. Nel 1950 vince il Premio nazionale per la grafica pubblicitaria, nel 1951 il Premio nazionale per l'allestimento di esposizioni e nel 1952 la Palma d'oro della pubblicità italiana (per la campagna Bertolli). Esegue scenografie sperimentali per il Teatro alla Scala di Milano e per il Maggio Musicale di Firenze. Membro fondatore dell'Alliance Graphique Internationale (AGI), pubblica libri di grafica pubblicitaria, il volume "Esposizioni e mostre" con la prefazione di Herbert Bayer e un libro di immagini fantastiche "La Grecia in sogno" presentato da Jean Cocteau. Nel 1957 riceve il Gran Premio della Triennale di Milano. Nel 1961 allestisce a Torino il Padiglione Italia 61 per le celebrazioni del Centenario dell'Unità d'Italia. Alla fine degli anni Sessanta si dedica interamente alla pittura. Invitato nel 1972 alla Biennale di Venezia espone all'esterno del padiglione centrale lo stelo in acciaio alto 6 metri "Totem 36" come simbolo della 36° Esposizione internazionale d'Arte. Nel 1981 a Milano partecipa alla mostra "Il progetto grafico: Venti interventi nel nostro quotidiano" nei chiostri dell'Umanitaria. Muore a Milano (Italia) il 6 novembre 1984. | |||
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