Guglielmo StéfaniNasce a Venezia (Italia, ma all'epoca territorio occupato dall'impero austroungarico) nel 1819. Si laurea all'Università di Padova e si dedica al giornalismo dando vita, nel 1846, a ventisei anni, al settimanale satirico-politico Il Caffè Pedrocchi (dal nome dello storico locale padovano) e sarà anche incarcerato per le sue attività irredentiste. Durante i moti del 1848 combatte in difesa della repubblica di Venezia, e quando ritornano gli austriaci abbandona il Veneto. È incluso in un elenco di 86 persone, la cui presenza viene ritenuta non tollerabile dalle autorità austriache per la loro "ingiustificabile perseveranza nelle mene rivoluzionarie e per le sovvertitrici loro tendenze".Trova rifugio a Torino, dove dirige la Gazzetta piemontese. Con il sostegno del Conte di Cavour, che sui primi esempi stranieri vedeva di buon occhio la nascita di un servizio di informazioni per la stampa a uso del regno sabaudo, nel 1853 fonda l'agenzia telegrafica Stefani, prima agenzia di stampa italiana. Muore a Torino (Italia) nel giugno 1861. L'agenzia Stefani sopravviverà al suo fondatore allacciando rapporti con le grandi agenzie internazionali Havas (che nel 1865 acquisterà metà delle sue azioni) e Reuter. La sede dell'agenzia si trasferirà prima a Firenze poi a Roma (nel 1881). La sua funzione sarà sempre più legata agli eventi governativi e alle trasformazioni del regime, soprattutto durante il ventennio fascista, trasferendosi al Nord dopo l'8 settembre 1943 e diventando organo della Repubblica di Salò sotto la direzione di Luigi Barzini senior. Dopo la Liberazione, sostituita dall'ANSA (Agenzia Nazionale Stampa Associata) e con il sorgere di numerose altre agenzie, cesserà l'attività e diventerà proprietà "storica", una specie di monumento, dell'Ordine dei giornalisti.
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