Giuseppe Lippi, un demiurgo del fantastico italiano
Milano, 15 dicembre 2018 Ieri notte a soli 65 anni si è spento a Vigevano, dopo lunga malattia, lo scrittore, curatore e critico letterario, cinematografico e fumettistico, Giuseppe Lippi. Nato a Stella Cilento il 3 luglio 1953, Lippi è stato un apprezzato giornalista, scrittore sotto lo pseudonimo di P. Kettridge jr. e traduttore italiano, attivo in particolare nel campo della fantascienza, dell'horror e del fantastico. Dopo la gioventù trascorsa fino al 1971 a Napoli e una laurea in Lettere si era trasferito a Trieste, dove aveva collaborato attivamente al quotidiano Il Piccolo e, a fianco di Lorenzo Codelli e della Cappella Underground, al Festival Internazionale del Film di Fantascienza (1976-1977). Inoltre, appassionatissimo del genere horror e dell'opera di H.P. Lovecraft, aveva partecipato a creare la fanzine professionale Il Re in giallo, con diretto riferimento all'opera di Robert William Chambers. Alla fine del 1977, grazie al legame professionale con Vittorio Curtoni, si trasferisce a Milano dove entra nello staff della casa editrice Armenia lavorando al mensile Robot e curando varie collane editoriali dedicate all'horror e al fantastico: "I Libri di Robot", "I libri della paura" e la rivista Psyco. Sono anni entusiasti e frenetici, partecipa come relatore a un incontro alle mega-rassegne del cinema Argentina di Milano e, in occasione di una serata goliardica, è cofondatore della SAGA italiana insieme a Andrea Ferrari, Giuseppe Caimmi, Sergio Sessa, Giuseppe Festino, Luigi Bona e Sergio Giuffrida che qualche mese dopo lo intervisterà in guisa di moderno Sherlock Holmes del Fantastico per il programma radiofonico "La strada delle stelle". Dopo la fine dell'esperienza presso la casa editrice Armenia nel 1979 ha lavorato come saggista e come traduttore anche sotto lo pseudonimo Ettore Mancino per vari editori tra cui Mursia, Mazzotta, Gammalibri e Mondadori. Per quest'ultima, tra il 1980 e il 1998, ha curato le collane Oscar Fantascienza, Oscar Fantasy e Oscar Horror (per quest'ultima è da ricordare, tra 1989 e il 1992, un'edizione in quattro volumi di "Tutti i racconti di Howard Phillips Lovecraft"), mentre dal 1990 è stato anche responsabile del mensile Urania, a cui ha dato una personalissima impronta nostalgica. Durante la sua gestione ha proposto un ampio ventaglio di generi: testi di Michael J. Harrison, Michael Swanwick, Amanda Prantera, William Gibson, Bruce Sterling, Stanislaw Lem, le prime opere di Joe R. Lansdale, i romanzi di Valerio Evangelisti, Luca Masali e Nicoletta Vallorani, oltre ai racconti più recenti di Greg Egan e Charles Stross. Ha anche riscoperto la fantascienza francese di qualità, proponendo il suo autore forse più famoso, Jacques Spitz, curando la pubblicazione di suoi inediti. Attivo anche nel Fumetto, ha curato (nei primi anni Ottanta) una rubrica su Linus per poi diventare un seguitissimo collaboratore del mensile Letture e degli Almanacchi Bonelli. Nella terra natìa, a Napoli, era ritornato nel 1986 in occasione del suo primo matrimonio, ma dal 1988 si era spostato definitivamente a Milano, trasferendosi successivamente nella vicina Vigevano (Pavia) insieme alla sua seconda moglie. Era dotato di uno spirito libero, uno sguardo attento e naïf, colto e divertito al tempo stesso. Quando collaborò con la rivista S&F Scienza e Fantasia, diretta per i tipi dell'Italy Press da Fabio Gariani e Sergio Giuffrida, duellò verbalmente con quest'ultimo per poter fare lui la monografia ricordo di Edmond Hamilton, che era uno dei suoi autori preferiti. La Fantascienza per lui era una delle forme più vitali del racconto fantastico ed era convinto che le sue contaminazioni, con il Fantasy da una parte e con l'Hard Science dall'altra, promettessero di essere le strade più interessanti della sua evoluzione futura. Nel ricordare questo caro amico ci piace pensarlo immerso tra i suoi libri, alla ricerca di nuove sfide, a colloquio da pari a pari con gli altri grandi del fantastico... per l'eternità! Sergio Giuffrida |