Arpalice Cuman PertileNasce a Marostica (Vicenza, Italia) il 12 Maggio 1876. Figlia di Sebastiano e Angelica Cuman, a tre anni si trasferisce a Torino, dove il padre emigra per qualche anno; ritornata a Marostica, frequenta le elementari, con la maestra Irene Palazzin. Nel 1889 vince un concorso per una borsa di studio al Convitto Verona, di Verona, dove arriva a completare gli studi magistrali e si diploma nel 1894. Nello stesso anno partecipa al concorso, indetto dal Comune, per un posto di nuova istituzione nella scuola comunale ma, sebbene prima in classifica, non ottiene la cattedra. Continua, così, gli studi al Magistero Superiore di Firenze sotto la guida di valenti professori, quali Enrico Nencioni e Severino Ferrari (allievo del Carducci) e si laurea nel 1898 (prima donna marosticense a raggiunge questo traguardo).Inizia subito a insegnare, prima a Torino, presso l'Istituto per le figlie dei militari, e dall'anno successivo a Vicenza, con la cattedra di lettere nella Scuola Normale. Nel 1904 sposa il professor Cristiano Pertile, marosticense, docente di lettere al Liceo di Vicenza, e insieme proseguono la strada dell'insegnamento. A Vicenza vive a contatto con il poeta Giacomo Zanella, con lo scrittore Antonio Fogazzaro, col provveditore agli studi Paolo Lyoi, col politico Fedele Lampertico. Oltre che stimata e amata insegnante, è conferenziera applaudita nelle scuole e nelle università popolari, scrittrice cara ai piccoli lettori e agli scolari di ogni parte d'Italia, con un insegnamento sempre ispirato agli ideali di libertà, di giustizia, di pace e di fratellanza umana. Per questi ideali sostiene lotte e sacrifici: con battaglie giornalistiche tentano di insinuare dubbi sul suo valore di scrittrice, ma lei continua a produrre prose e poesie, con circa 70 pubblicazioni. Collabora anche con La Domenica dei fanciulli, settimanale Paravia. I suoi testi scolastici, prevalentemente di lettura, vengono ampiamente adottati: "Primi voli", seguito da "Fuori dal guscio", "Godi e impara", "Per le vie del mondo". Anche i libri di poesia, di teatro e di narrativa trovano il consenso di piccini e scolari: "Per i bimbi d'Italia", "Ninetta e Tintirintin", "La Divina Commedia narrata ai piccoli d'Italia", "La commedia di Pinocchio" sono alcuni tra i tanti. Allo scatenarsi della Guerra mondiale si schiera, con il marito, dalla parte dei neutralisti. A sostegno delle sue idee tiene, nel gennaio del 1915, una pubblica conferenza, che causa immediate reazioni. La prima conseguenza è il trasferimento, e con il marito è in esilio a Novara e poi a Genova. Al termine del conflitto (1919) ritorna a Vicenza, dove riottiene la cattedra, così come il professor Pertile, e riprende a essere amata e stimata insegnante... fino al 1923, quando lo Stato le toglie l'insegnamento, con il pretesto di dover ridurre i posti di lavoro. Con l'avvento del fascismo si acuiscono le persecuzioni, perché non aderisce all'imperante regime, e nel 1929 sono ritirati tutti i suoi libri dalle scuole dopo l'introduzione del testo di Stato. Da allora si dedica allo scrivere e all'insegnamento privato, specie per i maestri che vogliono prepararsi ai concorsi magistrali. Scrive anche per il Cartoccino dei piccoli e collane di letture per bambini dell'editore Boschi. La morte la coglie a 82 anni, nella sua abitazione di Corso Mazzini, a Marostica (Vicenza, Italia) il 30 marzo 1958.
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