Nel 1929 lascia l'Italia e si trasferisce a Berlino, sempre dedicandosi al disegno e alle illustrazioni di libri per le più note case editrici dell'epoca: rimarrà per lui il periodo più entusiasmante della sua vita, quello trascorso in Germania, dove conosce Georg Grosz e gli autori di Lustige Blätter, collaborando con la prestigiosa testata e vedendo riconosciuto il suo valore artistico. Rientra in Italia nel 1936, pubblica tre volumi dedicati all'infanzia e incomincia a realizzare storie per Argentovivo! ("Quando il Goggiam era in fiamme...", "Il tesoro dei ghiacci", "Il siero del professor Radius", tavole umoristiche con Palla e Stecca), il giornale Topolino e Paperino (ed. API Mondadori). Sulle testate mondadoriane realizza con particolare efficacia le riduzioni dai romanzi di Emilio Salgari "La regina dei Caraibi" e "Jolanda la figlia del Corsaro Nero" (che saranno ripubblicati come albi nei primi anni Settanta da Camillo Moscati nella collana amatoriale Salgari). L'aventura "La Montagna dell'oro", su testi di Costanzo Federici [Federico Pedrocchi], sarà riproposta nel 1973 dall'editore Ennio Ciscato, a tiratura limitata, come numeri 8, 10 e 11 della collana Sorryalbum. Durante la guerra comincia a collaborare con le Edizioni Alpe (collana Le più belle avventure). Su Topolino Paperino Almanacco 1940 pubblica "La bella Zuma e l'albero della salute" (episodio storico sulla scoperta della china, che sarà riproposto da WOW n. 1 nel giugno 1976). Dopo la guerra realizza un album di sessanta disegni che illustra gli orrori del conflitto appena concluso e della dittatura; collabora con quotidiani come Avanti! e l'Unità e con il settimanale Domenica del Corriere. Nel settembre 1945 è anche direttore responsabile del giornale a fumetti settimanale Dinamite, dove il direttore artistico è Luciano Pedrocchi, ma la testata esce soltanto per 12 numeri, riapparendo l'anno dopo in forma di albi, sempre diretta da Pedrocchi, il quale ristampa negli Albi Tre Stelle anche "La Montagna dell'oro". Nel 1946 collabora con Il giornalino di Carroccio della casa editrice milanese Carroccio di Gino e Renzo Boschi. Per il giornale Intrepido disegna "La freccia d'argento" e "Il tenente dei dragoni" (su testi di Treddi), e numerosi Albi dell'Intrepido a partire dal n. 177. Nel 1947 pubblica "Il cobra bianco", su testo di Antonio Mancuso, nel giornale Urrà! (nn. 5 a 18). Nel 1948 disegna episodi di Maciste (Edizioni Milano, poi Mondiali). Appare "Gengis Khan" negli Albi d'oro Mondadori n. 126, seguito dal n. 172 "Il bandito gentiluomo". Nel 1949 collabora come illustratore, tra l'altro, con il quotidiano Milano Sera. Nel 1950 per la casa editrice Audace [Bonelli] pubblica "Il piccolo contrabbandiere", albo a striscia supplemento al n. 64 della 2° serie della Collana del Tex. Nel 1951 tenta in prima persona l'avventura editoriale con l'albo a striscia Ragazzi in gamba, una serie interrotta dopo soli sei numeri. Dalla seconda metà degli anni Settanta conduce a Milano una vita ritirata, afflitto da una grave infermità alla vista e tuttavia continuando a dipingere per guadagnarsi da vivere. Conclude la sua vita in un ricovero per anziani milanese, negli anni Novanta. Un'insolita illustrazione
|