Salvator GOTTA 1887-1980

Salvator Gotta

Nasce a Montalto Dora (Torino, Italia) il 18 maggio 1887. Il lavoro del padre, magistrato, determina il trasferimento della famiglia a Ivrea, sede del tribunale. Diplomatosi a Ivrea, anche Salvatore si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, a Torino, ed entra in contatto con il mondo letterario della città (partecipa al salotto di Arturo Graf e conosce Guido Gozzano, Giuseppe Giacosa, Mario Dogliotti, Francesco Pastonchi). Pubblica la prima raccolta di novelle, "Prima del sonno" (Baldini & Castoldi, 1909), e la casa editrice milanese sarà il suo principale editore fino alla Seconda guerra mondiale.
Dopo la laurea trova impiego presso un avvocato di Ivrea. Inizia a collaborare con periodicicome Il Marzocco e La Lettura, seguendo la tendenza crepuscolare.
Nel marzo 1913 si sposa con Adelina Cagliero, dalla quale avrà l'unico figlio, Massimo, nel gennaio 2016.
Nel 1915 si arruola tra gli Alpini per combattere nella Prima guerra mondiale.
Nel dopoguerra aderisce al Fascismo e compone i versi del canto "Giovinezza" (parafrasato e adattato da una celebre aria goliardica), che diventerà l'inno del Partito Nazionale Fascista.
Il 4 maggio 1919 pubblica sul settimanale Il Mondo, un'anteprima del suo libro in uscita "Pronti? Forza!", unico edito da Sonzogno.
Nel 1921 pubblica "Tre mondi" con Baldini & Castoldi, seguito nel 1924 da "Mistica-Patria" con l'editrice Imperia.
Autore prolifico, pubblica nel 1926, per l'editore Arnoldo Mondadori, il romanzo "Il piccolo alpino", che è la sua opera più popolare (nel 1956 la 35° edizione, illustrata da Nadir Quinto, conterà dal 202° al 209° migliaio di copie) e il libro diventerà anche un film nel 1940.
Pubblica in seguito, con Baldini & Castoldi, "Lilith" (1934), "A bocca nuda" (1937) e la trilogia di "Ottocento" (1940-1942).
Nel 1945 con Elmo dà alle stampe "Macerie a Portofino".
Nel dopoguerra è Arnoldo Mondadori a pubblicare sue opere come "La signora di tutti" (1945), "Zaira ragazza del circo" (1963), "I giganti innamorati" (1964), "Tre maestri - Fogazzaro, Giacosa, Gozzano" (1975), "Silva" (1978).
Per qualche anno risponde alle lettere dei giovani lettori nella rubrica della posta di Topolino. Muore a Rapallo (Genova, Italia) il 7 giugno 1980, a novantadue anni.