Luigi "Gino" GAVIOLI 1923-2016
Nasce a Milano (Italia) il 9 maggio 1923. Si diploma all'Accademia di Brera, e a 17 anni esordisce disegnando per Alberto Traini le matite di alcune serie comiche tra cui il personaggio Carioca, poi passate a china dall'amico Paolo Piffarerio. Con il suo segno pulito ed elegante, molto personale, dopo la guerra continua a disegnare per Traini (per esempio per Zeffirino nel 1953) ma comincia anche a collaborare assiduamente con le maggiori testate a fumetti italiane: Corriere dei piccoli, Il Monello (dove realizza serie come "Sempronio, Felicino e Arcibaldo", "Il Lupo e l'Agnello" e "Pico Panda e Paco Serse"), e Il Giornalino.
Con il fratello Roberto fonda nel 1953 la casa di produzione di cinema d'animazione Gamma Film, in tempo per rispondere alla richiesta di cortometraggi pubblicitari televisivi innescata dal contenitore serale "Carosello". Crea così personaggi e serie indimenticabili come "Ulisse e l'ombra", "Caio Gregorio" (er guardiano der pretorio, 1960), "Mammut, Babbut e Figliut" (1962), "Tacabanda" (1968), "Cimabue" (1972). Personaggi come il protagonista equino di "Vitaccia cavallina" ("... me scappa sempre la parolina") approdano anche sulle pagine del Monello o a eleganti volumi.
Nel 1968 lavora anche al film lungometraggio "Putiferio va alla guerra", un conflitto di formiche che anticipa di oltre trent'anni le analoghe pellicole di produzione statunitense.
Dopo il crollo della produzione italiana di disegni animati causata dalla chiusura di Carosello e dalle scelte della RAI, si dedica maggiormente al fumetto e all'illustrazione (soprattutto fiabe), intensificando la collaborazione con le edizioni paoline, sia lavorando per Il Giornalino (dove crea tra l'altro "Vita da cani" su testi di Tiziano Sclavi), sia illustrando volumi di successo come "Eroi in pantofole".
Attivo e vitale, dal 2011 è un abituale frequentatore del neonato Museo del fumetto di Milano, dove si reca autonomamente dalla propria abitazione. Viene festeggiato in più occasioni, a partire dalla mostra su Carosello.
Nel dicembre 2014 una sua storia degli anni Cinquanta viene esposta all'Arengario di Monza nell'ambito della mostra "Raccontare il Natale".
Un incidente domestico gli rende sempre più difficile spostarsi, sia pure aiutato dalla moglie e dalla figlia. Nell'estate 2016 subisce un piccolo ictus dal quale non riesce a riprendersi.
Muore nella sua abitazione, assistito dalla famiglia, la mattina del 19 novembre 2016.